Coaching emozionale: cos’è e come funziona

coaching emozionale

Hai mai sentito parlare di coaching emozionale? Se la risposta è negativa, è giunto il momento di rimediare: si tratta infatti di un approccio al coaching che sfrutta le emozioni per migliorare il benessere, le relazioni e le prestazioni nella tua azienda.

Ma che cosa fa concretamente l’allenatore delle emozioni? In che modo il coach interverrà sulla tua intelligenza emotiva sbloccando le tue potenzialità e quelle di tutti i tuoi collaboratori?

Cos’è il coaching emozionale

Il primo passo che voglio condividere con te è in realtà un piccolo chiarimento: esemplificando la sua definizione, possiamo concordare sul fatto che il coaching emozionale è un metodo di formazione che consente di migliorare la relazione con te stesso e con gli altri mediante l’analisi, la conoscenza e il lavoro che puoi compiere sulle emozioni (tue e altrui), per gestirle in maniera finalizzata al raggiungimento dell’efficacia e dell’efficienza in ambito personale e professionale.

Se tutto ciò ti sembra piuttosto nebuloso, non preoccuparti: prova a pensare al coach emozionale come a un tutor che ti accompagnerà nell’esplorazione dei tuoi stati emozionali, evitando che percezioni come la paura e lo stress siano freni alle tue potenzialità, e permettendoti così di raggiungere il futuro che desideri.

Come funziona il coaching emozionale

Se hai compreso almeno in linea generale che cos’è il coaching emozionale nel business, possiamo fare insieme un altro passo in avanti cercando di comprendere come funziona.

Sebbene ogni coach emozionale abbia un approccio che potrebbe essere differente da quello degli altri allenatori, una cosa sembra essere comune a tutti – e a me. La metodologia di coaching emozionale si basa essenzialmente sull’uso e sul miglioramento delle abilità che costituiscono l’intelligenza emotiva:

  • Autoconsapevolezza: le persone consapevoli delle proprie emozioni sono in grado di ottenere i migliori risultati in ambito affettivo e professionale
  • Controllo delle emozioni: per gestire qualsiasi organizzazione è fondamentale non lasciarsi travolgere dalle emozioni, ma mantenere il controllo delle stesse, negative o positive, per analizzare il contesto ambientale in modo più oggettivo
  • Motivazione: come ho già illustrato nel mio articolo sull’importanza del discorso motivazionale, solamente chi è realmente motivato può contribuire in maniera decisiva e soddisfacente al raggiungimento dei risultati sperati
  • Empatia: imparare a comprendere le esigenze dei propri collaboratori è essenziale per conquistare la loro fiducia e coinvolgerli nel raggiungimento dei risultati di business
  • Abilità sociale: la gestione sociale riguarda la relazione ottimale con tutti coloro i quali entrano in contatto con la propria organizzazione e concerne, tra le altre, la condivisione di un’immagine positiva e apprezzabile dell’azienda.

In cosa consiste il percorso del coaching emozionale

Ora che sai cos’è il coaching emozionale e come funziona, posso procedere a illustrarti come si struttura un percorso di allenamento delle emozioni. Prima di leggere le prossime righe, però, ti invito a ricordare che ogni percorso deve essere declinati sulle caratteristiche della tua organizzazione, e che non esistono delle strade standardizzate, omogenee per tutti.

Fatta salva questa premessa, ecco le tre fasi in cui si può articolare le sessioni di coaching emozionale:

  1. Valutazione: attraverso un questionario di autovalutazione si cerca di comprendere dalle persone vicine al soggetto affiancato quali siano alcune delle sue caratteristiche in specifiche aree come i rapporti interpersonali, l’autostima, la capacità di leadership, la sicurezza di sé
  2. Coaching individuale: una volta acquisite le informazioni iniziali attraverso il questionario di autovalutazione (non si può tuttavia escludere che possa essere necessario acquisire le informazioni più utili da altre fonti), si procede con il coaching individuale, un affiancamento costante e consapevole con correzione dei fattori limitanti per il successo aziendale e la crescita personale, e monitoraggio dei risultati intermedi
  3. Verifica dei risultati: si conclude infine con la verifica dei risultati raggiunti, al termine del periodo di affiancamento. Il confronto dei dati del nuovo questionario di autovalutazione con quello precedente potrà essere un buono strumento di confronto per verificare tangibilmente i passi in avanti realizzati.

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