Autoefficacia e autostima: come sbloccare il potenziale in azienda

autoefficacia

Spesso a bloccare il potenziale delle prestazioni in azienda è la sensazione di non essere in grado di portare a termine i propri compiti, il timore di sbagliare o quello di non ritenersi all’altezza di certe sfide lavorative. Una condizione di scarsa consapevolezza di sé e delle proprie abilità, conoscenze e competenze, può determinare un deterioramento delle performance dell’organizzazione. Tuttavia, c’è molto che si può fare per rimediare a questa diffusa situazione, a cominciare dall’applicazione di alcune tecniche che permettono di migliorare autoefficacia e autostima. Scopriamole insieme.

Cos’è l’autoefficacia

Cominciamo con il condividere che l’autoefficacia è un concetto sviluppato da Albert Bandura, psicologo noto in tutto il mondo per la sua teoria dell’apprendimento sociale.

In sintesi, Bandura ritieneche l’autoefficacia corrisponda alla consapevolezza posseduta da ciascuno di noi e utile per farci capire come dominare alcune attività, situazioni o aspetti del funzionamento psicologico.

Per certi versi, dunque, l’autoefficacia può essere considerata come lo sviluppo della percezione di sé, il riconoscere di essere in grado di svolgere determinate attività e diventare qualcosa di più rispetto a quanto finora si sia pensato di essere.

Differenza tra autoefficacia e autostima

Sebbene possa essere superficialmente confuso con l’autostima, in realtà l’autoefficacia dispone di un’autonomia nozionale piuttosto evidente.

L’autostima ha infatti delle basi quasi esclusivamente emotive, implicando l’affermazione di giudizi di valore legati alla sfera dell’essere. Dunque, chi ha una bassa autostima generalmente ritiene di non essere adeguato e non considerato. Di contro, nell’autoefficacia il focus non è la sfera dell’essere, ma la sfera del fare: ci si concentra dunque soprattutto sulla percezione di abilità e di competenze.

Quanto sopra non sta naturalmente a significare che autoefficacia e autostima non siano comunque strettamente correlate. Anzi, è lecito affermare che un buon livello di autostima, inteso come una buona considerazione di sé, può aiutare ad alimentare una percezione di efficacia maggiore e, dunque, di migliore autoefficacia.

Come valutare l’autoefficacia

Ora che abbiamo compreso quanto sia importante l’autoefficacia per sprigionare le proprie prestazioni e, di conseguenza, le performance aziendali, è certamente utile comprendere come valutare quella attuale e cosa si possa fare per migliorarla.

Ebbene, per quanto concerne il primo punto, di norma il metodo applicato per valutare l’autoefficacia è la scala dell’autoefficacia percepita di Caprara, un questionario che valuta quanto ci sentiamo in grado di affrontare specifiche situazioni in determinati contesti.

Con tale questionario è dunque possibile far emergere eventuali aree di intervento. Naturalmente, tanto più saranno mirate le domande e quanto più sarà possibile ottenere un valore informativo utile per sollevare i punti di debolezza, come ad esempio potrebbe avvenire individuando la tendenza del collaboratore a sentirsi a disagio nel collaborare con i colleghi o nel percepire una costante pressione su di sé.

Una volta individuati i margini su cui sarà possibile intervenire, si può cercare di migliorare l’autoefficacia con alcuni specifici esercizi.

Per esempio, è utile descrivere una situazione negativa vissuta, gli obiettivi posti e le azioni che sono state poste in essere per superare gli ostacoli e arrivare alla meta. Focalizzandosi su questo processo, si tenderà a rafforzare le proprie capacità di giungere alla soluzione dei problemi.

Un altro esercizio è utile è quello di tenere traccia di tutti i comportamenti nuovi che, giorno dopo giorno, sono posti in essere per uscire dalla routine giornaliera e arrivare più celermente all’obiettivo desiderato. Al termine della giornata occorrerà indicare, di fianco ai nuovi comportamenti, anche le sensazioni che si sono avvertite.

I nuovi comportamenti non dovranno necessariamente corrispondere a radicali cambiamenti delle proprie abitudini: è sufficiente una piccola modifica per innescare un graduale e costante sviluppo.

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