Nella gestione del proprio business è fondamentale potersi avvalere di collaboratori che possano permetterti di evitare di svolgere in prima persona una o più attività.
In tale ambito, la procura aziendale è certamente l’istituto giuridico più utilizzato per permetterti di esercitare delle attività senza compierle personalmente, ma non è certo l’unico: oggi, in particolare, parlerò dell’importanza del mandato e di quando esso può essere più conveniente e funzionale rispetto alla procura aziendale.
La rappresentanza dell’imprenditore e del manager
Per comprendere in maniera efficace quali siano le differenze tra delega aziendale e mandato, è sicuramente utile cominciare a parlare del potere di rappresentanza, che viene attribuito a un soggetto (rappresentante) che può sostituirne un altro (rappresentato) nel compiere una o più attività giuridiche.
A sua volta, la rappresentanza può essere:
- diretta, se il rappresentante agisce in nome e per conto del rappresentato spendendo il suo nome;
- indiretta, se il rappresentante agisce per conto del rappresentato senza usare il suo nome (come avviene nel caso dei prestanome);
- legale, se il rappresentante agisce per volontà di legge (si pensi al tutore che assume decisioni giuridiche al posto del tutelato);
- organica, esercitata anche dalle persone giuridiche.
Procura aziendale o mandato?
A questo punto è più facile inquadrare il fenomeno di cui parlo oggi, e distinguere quali sono le caratteristiche della procura aziendale da quelle del mandato.
La procura aziendale è infatti un’autorizzazione con cui un determinato soggetto (delegante) attribuisce a un altro (delegato) il potere di rappresentarlo. La procura è dunque un atto unilaterale che permetterà all’imprenditore o al manager di fornire a una sua persona di fiducia il potere di compiere specifiche attività giuridiche quando non può farlo o non vuole farlo personalmente.
A sua volta la procura aziendale può essere:
- speciale, se è conferita per permettere il compimento di uno specifico atto e tutti gli atti necessari al suo compimento, o generale, se ha ad oggetto un numero indeterminato di atti;
- espressa, se il potere di rappresentanza è conferita in modo esplicito in forma scritta o verbale, o tacita, se invece il potere attribuito si deduce da fatti concludenti;
- apparente, se un soggetto si comporta come rappresentante di altro soggetto senza che gli sia attribuito specifico potere.
Ricordo infine che la procura è sempre revocabile, salvo che non venga conferita anche nell’interesse del procuratore rappresentante o di soggetti terzi: in questo caso è revocabile solo per giusta causa.
Differenza tra procura e mandato
Come anticipato in apertura di questo breve approfondimento, la procura non è l’unico strumento giuridico utile all’imprenditore che desidera farsi coadiuvare da altre persone nello svolgimento del proprio business: tra i vari istituti percorribili, quello del mandato è spesso molto funzionale. Ma con quali differenze con la procura?
Per comprenderlo in modo chiaro, ricordo che la procura non è un contratto, ma un negozio unilaterale: tramite la delega, pertanto, il rappresentante potrà attribuire il potere al rappresentato in via unilaterale, senza la necessità che il rappresentato accetti.
Di contro, il mandato è un contratto e – come tale – ha una struttura bilaterale. Disciplinato dall’art. 1703 cod. civ. e seguenti, prevede che una parte si obblighi a compiere uno o più atti giuridici per conto (e non in nome) di un’altra. Rammento invece che il procuratore non è obbligato a compiere alcunché, ma ha il solo potere autorizzativo che può pertanto ben scegliere di non esercitare.
Un’altra caratteristica distintiva è che il mandato può anche essere senza rappresentanza, mentre la delega conferisce potere rappresentativo. In altri termini, il mandatario non necessariamente rappresenterà il mandante e non necessariamente gli atti da lui compiuti avranno diretto effetto nella sfera giuridica del mandante.
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