Può capitare, nel gergo comune, di utilizzare i termini di microimpresa e di piccola e media impresa come se fossero sinonimi.
In realtà, non tutti sanno che esiste una precisa definizione di microimpresa e che, come spesso avviene quando si parla di attività economiche, la definizione di micro, piccola e media impresa arriva dalla Commissione Europea e, più precisamente, dalla Raccomandazione della Commissione del 6 maggio 2003.
Nelle prossime righe cercherò di riassumere il contenuto di tale provvedimento chiarendo come distinguere le microimprese dalle altre attività economiche organizzate in forma giuridica e perché questa distinzione sia così importante agli occhi dell’imprenditore e degli stessi organismi nazionali e sovranazionali.
La definizione di microimpresa secondo la Raccomandazione UE
La Raccomandazione della Commissione Europea del 6 maggio 2003 stabilisce quali siano i criteri per stabilire se una società sia una microimpresa, una piccola o una media impresa.
In particolare, per attribuire ogni struttura aziendale alla sua specifica categoria dimensionale, la Raccomandazione utilizza delle soglie basate sul numero dei dipendenti di una società e sul suo fatturato annuo.
Da quanto sopra ne deriva che, per quanto concerne la definizione di microimpresa, una società è tale se:
- la sua forza lavoro ha meno di 5 dipendenti
- il suo fatturato (inteso come i ricavi in un periodo specifico, pari a un anno) non è superiore a 350.000 euro
- il totale dell’attivo di bilancio è inferiore a 175.000 euro.
Le differenze tra microimpresa e PMI: come si classificano le imprese
Chiariti quali siano i requisiti per qualificare una società come microimpresa, è la stessa Raccomandazione a farci capire quali siano le differenze tra questa organizzazione e la piccola media impresa.
Secondo la Commissione Europea, infatti, è piccola impresa la società in cui:
- la forza lavoro è costituita da meno di 50 dipendenti (ma almeno 10)
- il fatturato è inferiore a 10 milioni di euro (ma almeno 2), o il prospetto delle attività/passività è inferiore a 10 milioni di euro.
La media impresa possiede invece i seguenti requisiti:
- la forza lavoro è costituita da meno di 250 dipendenti (ma almeno 5)
- il fatturato è inferiore a 50 milioni di euro (ma almeno 10), o il prospetto delle attività/passività è inferiore a 43 milioni di euro.
Ricorda che i requisiti PMI secondo l’Unione Europea per quanto attiene il numero degli occupati, del fatturato o del totale di bilancio, sono cumulativi: devono pertanto essere sussistenti entrambi in capo all’impresa. Tuttavia, in riferimento ai soli dati finanziari (fatturato o totale di bilancio), sarà l’impresa a scegliere se rispettare il primo o il secondo criterio.
Perché questa classificazione delle imprese è importante
Ora che sappiamo quali sono i requisiti su cui la Commissione Europea basa la sua classificazione tra micro, piccola e media imprese, possiamo certamente condividere quali siano i motivi per cui tale categorizzazione sia così importante.
Ti segnalo infatti che il fatto che una società possa rientrare in una o nell’altra classe permette alla stessa di essere ammessa o meno ai programmi finanziari e di sostegno, comunitari e nazionali.
Per esempio, le PMI che soddisfano i criteri sopra descritti possono beneficiare di specifiche iniziative di supporto alle imprese come i finanziamenti per la ricerca, per la competitività e per l’innovazione, che altrimenti non sarebbero concessi in base alle norme sugli aiuti di Stato dell’UE.
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Bilancio della microimpresa: semplificazione e vantaggi
Uno dei vantaggi che le microimprese possono vantare nella loro qualificazione giuridica è legato anche al fatto di poter redigere un bilancio semplificato, che evita la produzione di documenti come la nota integrativa e la relazione sulla gestione.
Attenzione però a non confondere il bilancio semplificato delle microimprese con i bilanci abbreviati riservati alla generalità delle imprese, che sono riservati alle aziende con:
- attivo inferiore a 4.400.000 euro
- ricavi inferiori a 8.800.000 euro
- massimo 50 dipendenti.
Se rientri nei requisiti della microimpresa, potrai dunque redigere un bilancio più snello, che a differenza di quello ordinario non contiene:
- annotazioni su ammortamenti e svalutazione delle immobilizzazioni;
- la parte E del conto economico su proventi e oneri straordinari;
- la parte riservata a rendiconto finanziario, gestione e nota integrativa.
Rimane però l’obbligo di inserire alcune informazioni aggiuntive, simili a quelle della nota integrativa, se ci sono garanzie, impegni, passività, anticipazioni e compensi per gli amministratori.
È inoltre sempre necessario riportare il valore delle azioni possedute nella società e in società controllate direttamente e indirettamente.
Insomma, i benefici di ricorrere a un bilancio semplificato per microimprese sono i seguenti:
Semplificazione | Richiede meno dettagli e informazioni rispetto al bilancio ordinario |
Risparmio di tempo | La preparazione è più rapida e meno complessa |
Riduzione dei costi | Minori spese per la gestione contabile e amministrativa |
Minori obblighi informativi | Non è necessario redigere la nota integrativa e la relazione sulla gestione |
Flessibilità | Permette di fornire una visione chiara della situazione aziendale con meno vincoli formali |
Come calcolare i dipendenti di una microimpresa
Come abbiamo visto, uno dei requisiti fondamentali per qualificare o meno una microimpresa è legato al numero dei dipendenti. Ma sai come calcolare i dipendenti di una microimpresa?
Considerato che ci sono diverse specificità da considerare e che l’errore potrebbe essere portatore di qualche sgradevole conseguenza, è utile chiarire che per dipendenti si intendono solamente i lavoratori full time.
Per quanto concerne invece i lavoratori part-time bisognerà fare il calcolo sulla base delle ore lavorate. Pertanto, due dipendenti part time che lavorano 4 ore al giorno, verranno conteggiati come se fossero un unico dipendente.
Non rientrano inoltre nel calcolo dei dipendenti gli stagisti, gli apprendisti e le donne in stato di maternità.