Leader negativo: chi è e che errori non commettere

leader negativo

Il leader negativo è esattamente ciò che non dovresti essere o diventare. E il perché è semplice: una leadership negativa conduce all’effetto opposto di quanto desiderabile, determinando nell’organizzazione una diffusa demotivazione e insoddisfazione.

Naturalmente, non sempre è facile capire la linea di distinzione tra un leader positivo e uno negativo. D’altronde, le stesse caratteristiche di una buona leadership sono oggetto di un dibattito continuo!

Tuttavia, sebbene ogni anno vi siano degli approcci sempre nuovi sulla leadership, alcuni elementi fondamentali rimangono indiscutibili nel tempo: visione chiara, strategia ben definita, ambiente di lavoro inclusivo, intellettualmente stimolante e creativo e impegno a sviluppare il potenziale dei dipendenti.

Se tutto ci è condivisibile, lo è anche il fatto che, purtroppo, a volte alcuni eventi ci mettono a dura, durissima prova.

Ecco dunque quali sono gli errori che non devi commettere se non vuoi correre il rischio di diventare un leader negativo.

Un leader negativo è troppo conservatore

Spesso i leader sono guidati da un bisogno di autoconservazione estremo. Per costoro, mostrare vulnerabilità è considerato un segno di debolezza. Si preferisce dunque creare un distacco emotivo per generare un senso di distanza da ciò che ci circonda.

In realtà, il leader dovrebbe stimolare la vicinanza emotiva, colmando la distanza tra sé e i suoi collaboratori.

Spesso ricorre a un eccessivo controllo

I leader che tentano di controllare i risultati in maniera ossessiva spingono spesso i loro collaboratori a fare il passo più lungo della gamba, alimentando le loro ambizioni con il desiderio di gloria personale piuttosto che con il semplice successo aziendale.

Questi leader si rivelano presto orientati verso se stessi, correndo il rischio di allontanare rapidamente i collaboratori dall’organizzazione o, comunque, stimolando il loro disimpegno.

I leader che controllano devono capire che non possono gestire i risultati, ma solo influenzarli, e che questo obiettivo può essere raggiunto solo se c’è una profonda comprensione del contesto e se si alimentano le relazioni personali attraverso un dialogo continuo con i collaboratori.

Tende ad essere troppo compiacente

Il leader compiacente è un altro tipo di leader negativo. Si pensi al comportamento di colui che, dinanzi a una decisione difficile, pur essendo pienamente consapevole della strada giusta da seguire, va nella direzione opposta o sceglie un percorso più facile. Perché lo fa? Spesso, nel tentativo di mantenere la “pace” un leader cerca di non mettere a repentaglio i propri rapporti, soprattutto con i superiori. Questo atteggiamento può frequentemente condurre a confusione, conflitti repressi e mancanza di chiarezza tra le persone più in basso nella gerarchia.

Come cambiare la propria leadership da negativa a positiva

Ma allora che cosa possiamo fare per abbandonare ogni negatività nella nostra leadership e abbracciare invece la leadership positiva?

Alcuni spunti che possono essere prontamente posti in essere sono:

  • evitare di gestire tutto, limitarsi a influenzare: il vero lavoro di un leader è quello di affrontare le grandi questioni, spesso di natura strategica, che richiedono non solo l’attenzione del leader ma anche lo sforzo collettivo di tutta l’organizzazione!
  • stimolare il feedback: ogni incontro dovrebbe includere un invito implicito a discutere di ciò che ciascuno sta facendo bene e di ciò che deve migliorare. All’inizio questo approccio può sembrare imbarazzante, ma in realtà approfondirà il legame tra il leader e i suoi collaboratori creando un momento di autenticità. Se fatto regolarmente, questo semplice approccio cambierà la cultura dell’organizzazione;
  • dedicare del tempo all’autovalutazione: anche se a volte può essere sgradevole guardarsi allo specchio, solo in questo modo si riesce a vedere la verità. I leader che non conoscono a fondo le loro motivazioni hanno maggiori probabilità di diventare negativi. Meglio dunque soffermarsi periodicamente a riflettere sui propri valori fondamentali e, soprattutto, se questi valori sono in linea con quelli della propria organizzazione.

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