Iceberg model per leader, come sfruttarlo per creare empatia in azienda

iceberg model

Essere un leader può essere particolarmente faticoso, soprattutto se il tuo team non fa quello che vuoi. Tuttavia, se riesci creare empatia nei confronti dei tuoi collaboratori, avrai certamente maggiori possibilità di successo e… è proprio qui che l’iceberg model viene in tuo aiuto.

Perché i leader dovrebbero creare empatia?

Cominciamo subito con il rammentare che la definizione di empatia – o, meglio, empatia cognitiva – richiama la capacità di essere in grado di identificare e comprendere le emozioni degli altri. Dunque, fin da questa riga introduttiva si può ben comprendere che per i leader, l’empatia è una cosa molto utile!

L’empatia può infatti aiutare i leader a:

  • individuare più facilmente le situazioni in cui i membri del team sono turbati, stressati o provano altre emozioni negative;
  • usare le informazioni emotive raccolte per modificare il loro approccio alla guida del team;
  • evitare conseguenze indesiderate grazie alla capacità di mettersi nei panni di qualcun altro.

In che modo l’iceberg model può aiutarti a generare empatia

L’iceberg model è un modello molto semplice che i leader possono usare per creare empatia. Le sue origini sono fatte risalire all’antropologo Edward T. Hall, che ha parlato di culture visibili e invisibili nel suo libro Beyond Culture.

Similmente, anche il neurologo Sigmund Freud fa riferimento al modello dell’iceberg della coscienza umana, secondo cui esistono la mente preconscia, quella conscia e quella inconscia, con il nostro comportamento cosciente che rappresenta solo il 10% della nostra psiche.

Ma in che modo questo modello ci aiuta a creare empatia?

È abbastanza semplice: in qualità di leader è bene che tu apprezzi anche altri punti di vista, altre prospettive. Se infatti rimani bloccato solo su ciò che senti o pensi, tenderai anche ad adottare un approccio restrittivo. Potresti anche trascurare buone idee provenienti da altre fonti o ignorare i sentimenti delle persone sul posto di lavoro.

Insomma, se ti limiti alla punta dell’iceberg, vedrai ciò che le persone fanno, ciò che dicono e il linguaggio del corpo che mostrano. Sotto la linea di galleggiamento, però, c’è molto di più.

Come applicare l’iceberg model in azienda

Per quanto concerne l’applicazione dell’iceberg model in azienda, prova a seguire queste due brevi indicazioni.

Mantenere una mentalità aperta per ridurre la tua risposta emotiva

Quando riesci a mantenere una mente aperta, infatti, è più probabile rimanere aperti a spiegazioni alternative. In parole povere, si tratta di prendere in considerazione spiegazioni alternative per un evento che si è verificato, piuttosto che saltare semplicemente a un pensiero automatico.

Ad esempio, un membro del tuo team arriva in ritardo al lavoro e tu potresti essere portato a pensare che sia pigro, smemorato o che non si impegni a sufficienza. Magari, però, considerando spiegazioni alternative, è possibile scoprire che il collaboratore potrebbe aver avuto qualche problema familiare a casa o magari potrebbe essere stato vittima di un incidente;

Considerare ciò che accade ai tuoi collaboratori sotto la linea di galleggiamento dell’iceberg

Ci sono diversi modi per capire meglio cosa succede ai tuoi collaboratori sotto la linea di galleggiamento. Puoi per esempio parlare con loro, discutere dei valori fondamentali e delle esperienze passate che possono plasmare le loro percezioni e i loro comportamenti.

Potresti così scoprire che, ad esempio, qualcuno proviene da un background culturale che lo rende esitante a mettere in discussione la leadership o ad alzare la voce durante le riunioni. O forse uno dei membri del tuo team ha avuto un capo orribile in passato, divenendo particolarmente timoroso nei confronti dei leader.

In ogni caso, per i leader può essere utile pensare all’iceberg come a un modo per aprire la mente alle possibilità e creare empatia nei confronti delle persone.

Se vuoi saperne di più, puoi contattarmi a questi recapiti!

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