Effetto Hawthorne: cos’è e come influisce sul lavoro dei collaboratori

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Hai mai notato un cambiamento nel comportamento o nell’efficienza produttiva di un gruppo di lavoro o di un singolo lavoratore, nel momento in cui qualcuno lo osserva? Se la risposta è positiva, sappi che è proprio questo l’effetto Hawthorne di cui oggi cercherò di parlare in questo breve approfondimento, condividendo che cos’è e come influisce sulle prestazioni dei lavoratori.

Cos’è l’effetto Hawthorne?

Cominciamo subito dalle basi e definiamo l’effetto Hawthorne come quel fenomeno che riguarda le persone che cambiano il loro comportamento in risposta all’osservazione. L’esperimento originale che ha dato origine a questo effetto è stato condotto presso la fabbrica Hawthorne Works negli anni ’20 ma – come puoi ben immaginare – da allora è stato replicato in molti contesti diversi, conducendo a risultati piuttosto simili.

La spiegazione più semplice e diretta dell’effetto Hawthorne è che le persone cambiano il loro comportamento perché pensano di essere osservate e valutate. Il meccanismo alla base di tale approccio è pertanto legato alla necessità di trovare compiacimento nella persona che osserva, o evitare un giudizio negativo dalla misurazione delle prestazioni.

Qualunque sia la ragione che spiega il funzionamento dell’effetto Hawthorne, è piuttosto evidente come questo approccio possa avere un impatto profondo sulla produttività del posto di lavoro: se infatti i dipendenti credono che il loro lavoro sia monitorato, possono essere motivati a lavorare di più o a migliorare le loro prestazioni. D’altro canto, però, se i dipendenti si sentono costantemente osservati e valutati, possono diventare stressati e ansiosi, con conseguente calo della produttività.

Di qui, la necessità di trovare un giusto compromesso e, per evitare le conseguenze negative dell’effetto Hawthorne, creare una cultura dell’ambiente di lavoro in cui i dipendenti si sentano apprezzati, parte di una squadra e impegnati a lavorare per un obiettivo comune.

Esempi dell’effetto Hawthorne

Come abbiamo visto qualche riga fa, l’effetto Hawthorne è un fenomeno ben conosciuto, studiato e documentato, per cui la produttività dei lavoratori tende ad aumentare quando vengono osservati.

In realtà, però, gli studi originali condotti presso l’Hawthorne Works non si limitarono a verificare l’esistenza di questa semplice connessione, quanto anche a riscontrare che la produttività dei lavoratori aumentava quando venivano concesse loro più pause, una migliore illuminazione e altri sviluppi positivi nelle condizioni di lavoro.

Nonostante ciò, il risultato più celebre e rammentato degli studi di Hawthorne fu che la produttività dei lavoratori sembrava aumentare semplicemente perché venivano osservati, divenendo parte integrante di altre autorevoli ricerche della psicologia sociale.

Peraltro, sebbene si parli spesso dell’effetto Hawthorne in relazione alla produttività dei lavoratori, non sfugge come tale effetto possa altresì essere applicato anche a qualsiasi situazione in cui le persone vengono osservate. Si pensi, per esempio, agli studenti che sanno che i loro insegnanti li stanno guardando: tenderanno in media a ottenere risultati migliori nei test rispetto a quelli che non sanno di essere valutati. Allo stesso modo, le persone che sanno di essere osservate dalle telecamere di sicurezza tendono a essere più rispettose della legge rispetto a quelle che non sanno di essere osservate.

Le implicazioni dell’effetto Hawthorne sul luogo di lavoro

Come puoi ben immaginare, l’effetto Hawthorne ha diverse implicazioni per le aziende e le organizzazioni in generale.

In primo luogo, lo studio di questo effetto suggerisce ai manager e ai supervisori di essere più consapevoli del potere della loro presenza quando osservano i lavoratori. Sottolinea anche l’importanza di far sentire ai lavoratori apprezzati e stimati, considerato che se i lavoratori sentono che il loro lavoro è importante e che i loro contributi sono riconosciuti, è più probabile che siano motivati e produttivi.

Infine, sottolinea la necessità di una comunicazione efficace tra manager e lavoratori: se i lavoratori non capiscono perché vengono osservati o cosa ci si aspetta da loro, è meno probabile che siano motivati dall’osservazione.

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