Il self management è un approccio al lavoro sempre più diffuso all’interno delle organizzazioni e in grado di rappresentare una vera e propria competenza specifica che può essere oggetto di percorsi formativi.
La crescente attenzione nei confronti del self management non è d’altronde ignota: in questo contesto lavorativo, infatti, i dipendenti che riescono a autogestirsi lavorando in modo autonomo, assumendosi la piena responsabilità dei propri compiti e raggiungendo i loro obiettivi a fronte di una supervisione minima, possono fare la differenza e contribuire a rendere la propria organizzazione sempre più efficiente.
I benefici di un approccio come quello sopra brevemente introdotto non mancano di concretizzarsi sia per gli stessi dipendenti che per i datori di lavoro, soprattutto in uno scenario di aumento del lavoro remoto e ibrido.
Cos’è il self management
Introdotte queste righe, possiamo cercare di occuparci in maniera più approfondita di cosa sia il self management e come possa funzionare bene anche all’interno della tua azienda.
Da un punto di vista terminologico, il self management (gestione autonoma) può essere definito come la capacità di gestirsi in modo consapevole e produttivo. Sul luogo di lavoro, in particolare, il self management è la capacità di un lavoratore di agire in modo autonomo, adattando i propri comportamenti all’interno del contesto professionale per portare e termine compiti e progetti affidati, e raggiungere così gli obiettivi prefissati.
Quali sono le capacità di self management
A sua volta, il self management può essere declinato in alcune competenze chiave che i dipendenti dovrebbero avere per stimolare la loro capacità di buona gestione autonoma.
Su tutte c’è naturalmente la gestione del tempo, essenziale per pianificare, dare priorità ai compiti e rispettare le scadenze. C’è inoltre la comunicazione efficace con le persone con cui si collabora, con i superiori gerarchici, con i clienti, così come la capacità di problem-solving, ovvero trovare soluzioni ai problemi e superare le difficoltà che si incontrano.
Tra gli altri punti di forza di un dipendente che intende sviluppare una buona capacità di self management troviamo poi l’adattamento ai cambiamenti, così come la capacità di prendere decisioni in modo autonomo, determinando volta per volta la soluzione migliore.
Contribuiscono a definire un buon self management anche la capacità di determinare i propri obiettivi, intuendo quali sono le priorità e le azioni necessarie per ottenere i target, e l’auto-motivazione, con capacità di alimentare il proprio desiderio di completare i propri compiti e rispettare le scadenze.
Quali sono i vantaggi del self management
A questo punto ci si può anche domandare quali siano, più nel dettaglio, i vantaggi del self management dell’azienda.
Abbiamo già ricordato che la gestione autonoma ha un ruolo molto importante nel mondo del lavoro ma… quali sono i benefit per l’organizzazione?
Diverse ricerche hanno da tempo suggerito che il self management è direttamente associato a una migliore soddisfazione del dipendente sul proprio posto di lavoro: quando al lavoratore è concessa maggiore autonomia in ambito professionale e sui propri processi, infatti, avverte immediatamente di avere un maggiore impatto sull’azienda e la possibilità di attingere a una maggiore flessibilità. Elementi che, in sintesi, aiutano i dipendenti a raggiungere un migliore equilibrio tra il lavoro e la vita privata.
È anche stato dimostrato che la gestione autonoma può migliorare la produttività aziendale, e che rafforza e promuove la fiducia reciproca tra coloro che operano all’interno dell’organizzazione.
Non solo: attribuendo maggiore autonomia ai dipendenti, i manager riescono a ridurre il tempo destinato ai controlli e alla supervisione, concentrandosi così meglio sugli aspetti strategici.
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