Il cigno nero è un evento particolarmente raro e, spesso, produttivo di conseguenze molto negative: si tratta di eventi che non possono essere previsti in anticipo ma che, con il senno di poi, possono sembrare ovvi.
Considerato che questo tipo di evento può cambiare radicalmente il mercato o la posizione dell’azienda in esso, e che è impossibile prevedere il verificarsi di tale evento in un determinato momento o luogo, ci si può ben domandare che cosa si possa fare per gestire tali eventi inattesi.
Significato del cigno nero, le origini del nome
Ad aver dato diffusione a questo termine è stato Nassim Nicolas Taleb nel suo libro – appunto – Il cigno nero: nel volume l’autore introduce per la prima volta tale modello come un’idea secondo cui sia impossibile prevedere tali eventi a meno che non si abbia una conoscenza di ogni singola entità esistente in un determinato momento e luogo.
Più sinteticamente, per l’autore la teoria del cigno nero – o teoria degli eventi del cigno nero – è dunque una metafora che descrive un evento che giunge a sorpresa, ha un effetto importante e spesso viene razionalizzato in modo inappropriato a posteriori, con il beneficio del senno di poi. Ma con quali caratteristiche?
Taleb sostiene che gli eventi del cigno nero sono così rari da essere impossibili da prevedere. Per questo motivo, è importante partire sempre dal presupposto che gli eventi del cigno nero sono una possibilità e cercare di pianificare di conseguenza. Tuttavia, questi eventi possono comunque avere conseguenze devastanti.
Utilizzando le idee sorte durante la crisi finanziaria del 2008, Taleb ha poi sostenuto che permettere ai sistemi danneggiati di fallire sarebbe in grado di rafforzarli contro futuri cataclismi da cigno nero. Ha anche sostenuto, al contrario, che i sistemi sostenuti e isolati dal rischio sono in definitiva più vulnerabili a perdite catastrofiche quando si trovano di fronte a eventi rari e imprevedibili.
Insomma, per Taleb:
- l’evento è una sorpresa perché è talmente raro che anche la possibilità che si verifichi è sconosciuta;
- l’impatto dell’evento è significativo sia a livello macro che micro;
- dopo aver registrato il primo caso di evento, questo viene razionalizzato con il senno di poi come se fosse stato prevedibile. Insomma, si scopre che erano disponibili dei dati rilevanti ma che non sono stati considerati nei programmi di prevenzione e gestione del rischio.
Come gestire i cigni neri?
A questo punto non ci rimane che comprendere come gestire i cigni neri, definiti nei termini di cui sopra.
Pur nella consapevolezza che si tratti di eventi imprevedibili, il modo per avvicinarsi il più possibile alla corretta prevenzione degli effetti pregiudizievoli dei cigni neri è pianificare la situazione peggiore, evitando di cadere nella trappola del pensiero positivo.
Pensiero positivo e pensiero negativo divergono infatti per la riflessione sul percorso da seguire per arrivare alla meta. Con il pensiero positivo si immagina un obiettivo positivo e si immagina di avere successo lungo la strada. Con il pensiero negativo, invece, si immagina lo stesso identico obiettivo ma si immagina di non riuscire a raggiungere questo obiettivo e – di conseguenza – si valutano le motivazioni che hanno impedito il raggiungimento di questo obiettivo.
Tra i diversi studiosi che si sono occupati del tema c’è Gabriele Oettingen, dell’Università di New York, che ha svolto un lavoro molto approfondito dimostrando che è molto più probabile che si abbia successo se si immagina di non essere riusciti a raggiungere un obiettivo positivo, piuttosto che se si immagina di riuscire a raggiungere quel target.
Parte della motivazione di questa evidenza è legata al fatto che così facendo si identificano gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento dell’obiettivo e, una volta fatto questo, si può cercare di fare qualcosa per ridurre la possibilità che tali ostacoli vi facciano inciampare, desistere o allontanare dalla strada verso l’obiettivo che state cercando di raggiungere.
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